Donne e cambiamento climatico: il volto nascosto della crisi globale e la chiave per un futuro sostenibile
Il climate change amplifica il gender gap ma allo stesso tempo può offrire opportunità uniche di leadership e innovazione per affrontare la twin transition
La crisi climatica è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Minaccia di annullare i progressi sui diritti umani e sullo sviluppo sostenibile, aggravando al contempo le disuguaglianze di genere. Le donne e le ragazze, in particolare, sono esposte a rischi specifici che impattano il loro modo di vivere, la salute, la sicurezza e i mezzi di sussistenza in tutto il mondo.
Il cambiamento climatico non è “gender neutral”
La crisi climatica non è “neutra dal punto di vista di genere”. Le donne soffrono maggiormente gli effetti del cambiamento climatico, che amplifica disuguaglianze già esistenti e rappresenta minacce uniche per le loro condizioni di vita. La giustizia climatica femminista ci invita a considerare come le cause del cambiamento climatico siano strettamente intrecciate con quelle delle disuguaglianze di genere.
Secondo il rapporto Gender Snapshot 2024, entro il 2050 il cambiamento climatico potrebbe spingere fino a 158 milioni di donne e ragazze in più nella povertà, 16 milioni in più rispetto a uomini e ragazzi. Oggi, quasi 48 milioni di donne affrontano insicurezza alimentare e fame in più rispetto agli uomini.
In molte aree del mondo, in particolar modo nei Pasi in via di sviluppo. spetta alle donne garantire cibo, acqua e combustibile alle famiglie. Quando queste risorse scarseggiano, sono costrette a lavorare di più e a spostarsi più lontano, spesso sacrificando la propria istruzione o il lavoro retribuito.
I rischi “aggiuntivi”: violenza di Genere e disastri naturali
Il cambiamento climatico alimenta anche un aumento della violenza basata sul genere. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2025 evidenzia come i cambiamenti climatici aggravino le tensioni sociali ed economiche, che a loro volta aumentano i casi di violenza contro donne e ragazze. In particolare, durante le ondate di calore si è osservato un aumento del 28% dei femminicidi.
Le donne sono inoltre più vulnerabili durante disastri naturali, con un rischio di mortalità fino a 14 volte superiore rispetto agli uomini, a causa di disuguaglianze storiche nell’accesso a informazioni, mobilità e risorse. Anche dopo le calamità, spesso incontrano maggiori difficoltà nell’accesso ad aiuti e assistenza, che compromettono il loro recupero e la loro sicurezza futura.
Intersezionalità: donne indigene, migranti e comunità vulnerabili
Non tutte le donne sono colpite allo stesso modo. L’approccio dell’intersezionalità ci mostra come donne indigene, migranti, con disabilità o appartenenti a minoranze etniche e sessuali affrontino rischi ancora maggiori. Come sottolinea Matcha Phorn-in, attivista femminista in Thailandia, spesso queste categorie di donne rimangono invisibili nelle risposte umanitarie e nei programmi di resilienza climatica.
Le donne protagoniste del cambiamento
Nonostante le difficoltà, le donne sono anche in prima linea nell’affrontare la crisi climatica. Le comunità indigene, ad esempio, custodiscono conoscenze ancestrali fondamentali per la conservazione dell’ambiente e la gestione sostenibile delle risorse.
Un esempio concreto arriva dalle “donne conchera” di Tumaco, in Colombia, che hanno avviato un progetto di riforestazione delle mangrovie per proteggere le risorse naturali e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Investire nel lavoro delle donne
Per una lotta efficace al cambiamento climatico è fondamentale investire nelle donne, garantendo accesso a posti di lavoro “verdi” nel settore delle energie rinnovabili, dell’agricoltura sostenibile e dei servizi di cura. Questo è anche un imperativo di giustizia sociale e un pilastro per uno sviluppo sostenibile e resiliente.
Le donne guidano il 70-80% delle decisioni di acquisto nelle società avanzate, influenzando stili di vita più sostenibili. Inoltre, studi dimostrano che la presenza femminile in politica è associata a politiche ambientali più rigorose e investimenti maggiori in energie rinnovabili.
Il cambiamento climatico e la salute delle donne
Il cambiamento climatico ha un impatto profondo anche sulla salute globale. Eventi climatici estremi, ondate di calore, stress idrico e inquinamento atmosferico aggravano problemi sanitari esistenti e mettono sotto pressione sistemi sanitari già al limite. Fino a poco tempo fa, nelle discussioni sul clima la salute era spesso un tema marginale, focalizzandosi principalmente su energia, trasporti e agricoltura.
Per questo motivo è stato un passo importante l’inclusione formale della salute nell’agenda della COP28, con la partecipazione per la prima volta dei ministri della salute insieme ai colleghi di agricoltura, esteri e ambiente. La presidenza COP28, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute degli Emirati Arabi Uniti, ha annunciato la Dichiarazione COP28 sugli effetti del Clima e della Salute, firmata da oltre 120 paesi. La dichiarazione sottolinea la necessità di politiche climatiche che pongano maggior attenzione alle implicazioni sociali, tra cui la preparazione dei sistemi sanitari per affrontare il cambiamento climatico, la riduzione delle emissioni e il rafforzamento della resilienza sanitaria.
Tuttavia, mentre la dichiarazione menziona il coinvolgimento di donne e ragazze, non affronta esplicitamente l’impatto sproporzionato del cambiamento climatico sulla salute femminile. Secondo un rapporto dell’Oms, gli effetti del cambiamento climatico sulla salute materna, neonatale e infantile sono ancora sottostimati e poco documentati.
Un report presentato alla COP28 da UN Women stima che entro il 2050 il cambiamento climatico possa spingere fino a 158 milioni di donne e ragazze in povertà e causare insicurezza alimentare per 232 milioni di loro. Le condizioni climatiche estreme aumentano gli sfollamenti, con l’80% delle persone costrette a migrare che sono donne e ragazze, esposte a rischi maggiori di povertà, violenza e gravidanze indesiderate. Inoltre, dopo i disastri naturali, le donne affrontano un accesso più limitato ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari, con conseguenze dirette su malnutrizione, mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e violenza di genere.
Le alte temperature e l’inquinamento atmosferico influenzano negativamente la salute riproduttiva delle donne, aumentando il rischio di nascite premature, basso peso alla nascita e complicazioni durante la gravidanza, oltre a peggiorare lo stress prenatale e la salute post-menopausa. Si registra inoltre un legame tra esposizione a metalli pesanti nel latte materno e problemi immunitari e neurologici nei neonati.
Gli impatti del cambiamento climatico sulla salute delle donne variano anche all’interno dello stesso paese, per questo è essenziale includere la salute riproduttiva femminile nei piani climatici nazionali e nelle strategie di assistenza in caso di disastri.
Un esempio positivo arriva dal programma di pianificazione familiare co-creato e sperimentato in Colombia dal Croce Rossa tedesca e colombiana, sostenuto da Bayer, che mira a fornire accesso a metodi anticoncezionali moderni a 100 milioni di donne in paesi a basso e medio reddito entro il 2030. Garantire l’accesso alla pianificazione familiare è una pietra miliare per la parità di genere e ha un impatto positivo non solo sulle singole donne, ma sullo sviluppo delle comunità intere.
Perché investire nelle donne è investire nel futuro del Pianeta
L’impatto del cambiamento climatico su donne e ragazze, in particolare nelle regioni più vulnerabili, richiede una risposta integrata che affronti le disuguaglianze di genere e valorizzi il ruolo attivo delle donne nelle soluzioni climatiche.
Sostenere le donne significa non solo proteggere le loro vite e i loro diritti, ma anche rafforzare la resilienza globale, migliorare l’efficacia degli interventi e guidare la transizione verso un futuro sostenibile e giusto per tutte e tutti.